lunedì 29 dicembre 2008

Saluti temporanei

Non arrendetevi Voi, cari Lettori, perché la felicità potrebbe essere dietro l'angolo. Però afferratela.
Lasciate, se posso permettermi di darvi un "consiglio", che sia l'altruismo a guidare le vostre scelte.
Vivete pagine di vita indimenticabili, continuate a correre nello sfogliare le pagine, ma fermatevi e battetevi quando incontrerete quella giusta. E lottate, e lasciate siano la giustizia e l'amore ad alimentare le vostre forze e convinzioni.
Lasciate sia quella pagina a dare un senso alla vostra vita e a riempirvela. Potreste trovarvi privi della vita stessa se qualcuno ve la nega, bisogna correre questo rischio, ma portate rispetto per il contenuto racchiuso in quel vostro scrigno.

Cercate di comprendere solo questo amici.


domenica 28 dicembre 2008

Epoca della disillusione

C'è un fatto nella mia vita.
La desidero. E nella natura umana, chi desidera, "vuole". Si "Vuole" perché si necessita del desiderio stesso e del valore intrinseco allo stesso. Non so se sia un processo mentale di derivazione chimica questo meccanismo di desiderio-necessità-volontà. A volta si afferma che amare implica più la mancanza dell'oggetto in questione che della sua stessa presenza.
Diciamo che sovente ci si accorge di qualcuno proprio quando la sua presenza viene a mancare. E' allora che si nota la personalità in ogni rappresentazione. E' allora che prendono forma e parola, il silenzio, le affermazioni non dette, il supporto e l'amore concepito tra l'indifferenza.

L'assunto di Schopenhauer è che la vita e la verità non possono coesistere perché, se la verità della vita dell'individuo è nel suo essere strumento della conservazione della specie, l'individuo per vivere deve illudersi, indossando quella maschera che chiama "Io", e quindi fuoriesce dalla verità della sua vita.

E' questo pernsiero che introduce all'epoca della disillusione

Il problema allora, nasce dal fatto che "Io", in prima persona, mi sono tolto con Lei quella maschera ed ora ho perduto quell'"Io" sul quale faceva affidamento l'illusione che mi teneva in vita.

Ora sono rimasto con quella verità di cui parla Schopenhauer, incompatibile con la vita.
Quella verità che per altri filosofi è l'"Inconscio". Ed è sofferenza. E' tragedia. Quella tragedia dinnanzi alla quale l'uomo è colpevole secondo il cristianesimo, o malato secondo la psicanalisi.


Nella pratica filosofica invece non sussistono soluzioni quali la salvezza (cristianesimo) o la guarigione (psicanalisi) ma esiste solo il contenimento del tragico, attraverso la virtù e la conoscenza, cioè attraverso il coraggio di vivere la vita, nonostante le difficoltà e grazie al governo di sè, secondo misura (Kata mètron).

Ciò che mi tiene in vita è quella speranza che nulla è definitivo.
Ma il tempo è inconciliabile con la speranza. Ed è questo uno dei drammi della vita stessa.
Non c'è speranza, non cè nella mia anima quel kata mètron. C'è la sua assenza a coprire il tempo.

Qualcuno ha posto un bicchiere di vetro sopra la mia candela. L'ossigeno si sta esaurendo ed io sto soffocando.
Lei non è solo il mio mondo ma è anche parte di quegli elementi naturali che ci tengono in vita su questo stesso mondo.

venerdì 26 dicembre 2008

Punti di vista.

"A parte poche eccezioni, al mondo tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere; inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. È un affare che non copre le spese"

giovedì 25 dicembre 2008

Felice Natale


Felice Natale per chi già sa che sarà l'ennesima giornata dura.
Felice Natale a chi oggi dovrà cercare di sopravvivere, senza neppur conoscere il senso del superfluo.
Felice Natale di cuore a tutti ed all'altruismo sepolto da montagne di regali inutili ed esagerazioni lampanti.

Il flebile silenzio che dobbiamo rompere per vivere, le circostanze coronate perché un senso è d'obbligo.

mercoledì 24 dicembre 2008

Noi abbiamo già avuto a sufficienza




Osservo.
Cosa? La vita.
Lo scorrere della vita.

Questa è il video d'una canzone bellissima. Censurata sulle tv e nelle radio per via dei contenuti e delle immagini che condannano un atto criminale quale la guerra.


La nostra vita è basata su di equilibri di cui non siamo singolarmente responsabili, ma ai quali neppure ci opponiamo. Li alimentiamo nel nostro piccolo, semplicemente perché andarci contro è impossibile. Chi sono i responsabili? tutti e nessuno. Tutti come facenti parte d'un mondo che condanna secondo il proprio stile di vita, e nessuno perché in fin dei conti noi siamo nulla. tutti perché é nostro destino farne parte e nessuno perché non siamo abbastanza per essere e potere.

Eppure è in questo video che possiamo immedesimarci e confrontarci.
Negli occhi di tutti i protagonisti raccolti in questa sequenza forte d'immagini.
La vita. Quella stessa con la quale ho iniziato questa riflessione. La vita.
Quella bestia fatta di scelte sche scelgono per noi chi siamo. Un gioco di parole.
Eppure è proprio così. Ci svegliamo un giorno e vediamo riflessa un'immagine e sentiamo di non appartenere a quelle sembianze.

Scelte. Vita. Noi.
Quel soldato, quella vittima, quella madre di famiglia, quel giovane.
Quanta disperazione, quante vittima ancora?
Trovo mancanza di comunicazione, mancanza di personalità, mancanza d'amore.
Trovo mancanza di speranza in tutto questo dramma.
Anche nella bestia c'è sensibilità.
Fermarsi. Dire basta, fermarsi e prendere possesso della propria vita per la prima volta. Non ricordare neppure più come si fa e cosa voglia dire. Paura.

Vittime, abusi, ingiustizie, prepotenza, collera, rabbia, guerre.
Cosa ha portato quel dinamitardo a farsi saltare in aria?
E cosa quel bombardiere a sganciare morte sui civili?
E quel soldato a privare delle proprie arti e del proprio futuro quel bimbo sofferente?
Quali traumi devono sopportare menti ancora da plasmare?

Gesù è Natale. Forse non ho più voglia di vivere mi verrebbe da dire.
Forse passo la palla mi prometto.
Signore fammi pensare per gli altri.
Fà si che la mia conoscenza e le mie possibilità possano essere utili ad altri prima che sopraggiunga quella presenza oscura che oramai mi tallona.

Signore, ascoltami.
Tu, illusione o mera speranza di menti troppo fragili in un nulla fatto d'un nulla,
governa gli eventi o smettila immediatamente di maltrattare gli innocenti.
Smettila e finiscila perché non potrò mai più pregarti se continui a permettere tutto ciò.

martedì 23 dicembre 2008

Madre Cara

Stavo per iniziare a scrivere. Sono le 23,05. Un silenzio assordante mi attanagliava. C'è stata un'altra scossa di terremoto. Ho potuto sentirla bene. ero immobile e lo sono rimasto. Non è caduto il mondo. Pensavo fosse la mia testa a girare. La stessa sensazione che mi è accaduta pochi attimi prima di svenire qualche giorno fa.

Segreti. Sempre e solo segreti.

I segreti portano alla dannazione.

Madre mia. Madre cara. Tu, madre biologica. Tu, madre natura. Tu, madre di questo indefinito ed indefinibile creato.
Tu, Madre cara. Mi hai protetto, mi hai insegnato quale fosse la via per non fare dell'uomo un semplice animale governato nelle proprie scelte e decisioni dal solo istinto.

Tu Madre, che mi hai dato la possibilità di conoscere. Che hai permesso che ognuno di noi potesse dare un senso a tutto ciò che siamo.
Tu, cara Madre, che senso ha tutto questo?

Dimmi Madre Cara, perché di tutte queste divisioni.
Dimmi Madre Cara, spiegami perché tutte queste ingiustizie,
dimmi ancora, sii paziente, qual'è il significato di tutto questo male.

Perché non spieghi che un abbraccio può arrivare laddove le barriere negano libertà e pace interiore a popoli interi?
Perché Madre Cara si generano incomprensioni fatte di niente e non poni rimedio?

Madre Cara, io però la fiducia voglio riporla nell'uomo.

Dammi la forza nell'ispirazione per creare, per disegnare il mondo e per potermi stupire.
Perché uccidi tutta questa gente Madre Cara?
Perché ci dai una ragione se essa non è sufficiente a comprendere le tue scelte illogiche?

lunedì 22 dicembre 2008

Vento di Scirocco

Ieri osservavo fuori dal finestrino d'una autovettura. Ho osservato tanta gente tutta uguale, in tutta da sci.
Tanta gente identica, spendere, sorridere, sottostare a canoni sanciti dall'insieme di noi stessi, che si scorporano dando vita ad una entità collettiva, la società, che divora i sogni e le diversità dei singoli.
Osservavo con tristezza la difficoltà nell'opporsi. La gente spesso è ignara, l'unico modo per credere d'essere felice. Credere, questo è l'importante. Non è importante quanto sia vero o meno ciò in cui si crede. L'importante è non spostare mai lo sguardo da un punto fermo in grande di dare stabilità. Chi ha il coraggio di guardare oltre, è perso.
Non che quella gente sia cattiva. Allo stesso modo in cui non lo sono io.
Ma quella gente è sconfitta. E la tristezza è che non puoi spiegarglielo.
Non ti crederebbero mai, perché solo guardare da una prospettiva diversa equivarrebbe a cadere, vacillare nelle contraddizioni implicite della drammaticità della vita.

Sono in balia del vento di Scirocco.

"soffiasse davvero quel vento di scirocco
e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare
dietro alla faccia abusata delle cose,
nei labirinti oscuri della case,
dietro allo specchio segreto d' ogni viso,
dentro di noi..."

giovedì 18 dicembre 2008

Emea

L'Emea mi ha comunicato che sono stato ammesso nella lista trainee. Un lavoro retribuito per 5 mensilità a Londra.
Fosse accaduto un anno fa...
Ho rinunciato. In silenzio. Non voglio nulla che non sia Lei o che sia lontano da Lei.

mercoledì 10 dicembre 2008

Il male


Il male mi attende e mi percuote.
Il male sono Io, me medesimo.
E' tutto buio qui intorno. Sono immerso nell'oscurità.

martedì 2 dicembre 2008

l'Heden

Probabilmente è il periodo più bello e contemporaneamente il più brutto entro cui abbia mai navigato.
Quando si sta volando e si decide d'entrare in una nuvola si sa cosa si sta lasciando, salutiamo il modo in cui abbiamo conosciuto il mondo sino all'attimo prima e ci affidiamo alla speranza d'uscire e di "vedere" e capire.
Non va sempre così, ma ora IO mi trovo dentro quella nuvola.
E' ad onor del vero un periodo d'una drammaticità che non capisco come riesco a sopportare e dove trovo le forze per conviverci quotidianamente da diversi mesi.
I mesi cosa sono diventati ora? Sono diventati pesanti e sono espressione di come il tempo si allontana trasportando con sè quei sogni che non si stanno realizzando.
Ma è anche momento positivo perché riesco a sopravvivere in un momento di disperazione folle, di malinconia struggente che avvolge l'intera giornata e che riconduce ad una realtà terra terra.

Sono stato costretto ad entrare in quella nuvola e non si vede null'altro che un bianco che avvolge. Ci si sente in un tunnel anche se si percepisce dai suoni, dai rumori, dalla variazione dell'intensità della luce tutt'attorno che il mondo va avanti anche senza di noi. Indifferentemente.
Il mondo ci mangia quando vuole in un sol boccone. Non c'è un uomo sulla terra di cui il mondo non possa privarsi.
Questa realtà, rappresentazione dei nostri bisogni, per la quale abbiamo staccato dall'inconscio maturo, un Io puerile che persiste e ancor persiste in una ricerca.

Cari miei queste sono fesserie.

A chi la dò a bere.

Nel 2008 si sono allontanati molti miei sogni, molti interessi puri, molti rapporti veri.
Nel 2008 se ne sono andate tante cose, pezzi di vita che hanno contraddistinto molte mie gioie e molti legami che pensavo fossero invialabili.
Nel 2008 sono cambiato molto, ma il tempo ha fatto si che non diventassi un uomo migliore, ma semplicemente un uomo.
Ed io ritengo che sia l'uomo ad avere molto da invidiare al ragazzino eterno.

E quasi finito il 2008 e continuo a persistere ed a violentarmi in una nube senza ritorno, per la sol speranza di condividere il resto della mia vita con quell'Heden che ho potuto solo sfiorare.

lunedì 20 ottobre 2008

Sono solo APPARENZE

Mi è stato regalato un libro. Un regalo che diventerà sempre più caro.

Strano vedere come ci si attacca a certi oggetti inanimati e renderli simboli e bandiere di stagioni trascorse o episodi di vita particolari.
Forse è un modo di rendere, o meglio, cercare di rendere indelebile quei ricordi cui teniamo, che ci identificano e che mai vorremo veder essere macerati dal tempo.
Vana illusione ahimé.
Possiamo combattere contro i mulini a vento per il gusto di combattere contro le ingiustizie, ma sempre meglio essere consapevoli che il fine non é vincere bensì uscir vincitori da una battaglia comunque già segnata.

Sto descrivendo la mia vita senza volerlo...

Comunque dicevo, questo libro regalatomi riporta una citazione di un altro testo che mi ha colpito.
Tutte quelle apparenze che sono il Dio facile dei tempi moderni sono qui descritte con ironia tragica:

Shrree Rose vedendo che la festa era riuscita perfettamente e che gli invitati ridevano e ballavano si chiese:
"Perché qui tutti si divertono e io no!"
Shrree non sapeva che in quel momento ogni invitato , nessuno escluso, aveva il suo stesso pensiero
.

Clive Blatty.

domenica 19 ottobre 2008

Inverno

E' arrivato l'inverno. Inevitabile, rimandato sin quando non lo si avverte.
Non è possibile rinnegare il gelo che mi scuote,
i brividi che mi assalgono,
il buio fatto di tenebre che mi spaventano per la prima volta,
il mio corpo che si china a dolori fisici, manifestazioni vili dalla causa psicosomatica,
la mia mente turbata ed incline a trovare futuro nella sol sofferenza,
il mio cuore sgretolato da colei che non posso avere,
la mia dignità sepolta da quel che mi rende spaventevole e non accetto.

E' arrivato a tinte nitide e mi ha stretto,
mi ha accolto
e non ho fatto resistenza.

E' tutto come prima ciò che mi circonda.
C'è la gente, gli amici, il paesaggio, vite che si incrociano,
ma a me pare tutto indistinto, in bianco e nero.
Nessuno più ha un nome o un'identità.
E' tutto come prima, ma manca la speranza, la gioia, il desiderio.
E' tutto come prima, ogni cosa è al suo posto ma nulla ha più valore.
Non c'è momento in cui mi possa permettere di stare senza lei.
Perché è lei che voglio.
E' in lei che ho impiegato sin all'ultima goccia della mia vitalità.
E' entrata nella mia vita e ho sentito.
Non c'è bisogno di farsi domande. Nè di cercare risposte.
Sono tutte lì ed avrei dato tutto ciò che pensavo di non riuscire mai a dare.

Vedo la mia vita lì.
L'aspetto lì.
E spero per il futuro, ora, che il mio presente è desolazione.

Questa sera è lunga. Il tempo si è fermato. tic-tac.
Il tempo cessa d'esistere eppure la mia sofferenza tende all'infinito.
E' così oggi, sarà così domani e non mi abbandona mai.
E' un dolore perenne, che si aggrappa e mi trascina nelle tenebre.
Ogni sorriso è un falso volgare della felicità che non mi appartiene,
ogni altro pensiero sottostà a ciò che ha la precedenza
ed è inutile insistere a combattere contro l'indefinibile.
Un astrattismo pervade la mia mente e la maltratta abusando del proprio potere.
Sono in balia di mostri che escono da una nebbia che pervade l'orizzonte.

Sono un'albero spoglio che non ha nulla d'offrire.
Non sono il nido caldo che vorrei essere.

Sono pronto a perire.
L'inverno è arrivato.

giovedì 16 ottobre 2008

Mucca

Quella mucca che mi guarda nell'header della qui presente pagina web è e non è.
E' una foto scattata dal sottoscritto.
E' oramai anni che resto affascinato da quel momento che sono riuscito ad immortalare.

Continuo a vacillare.
Spero di cadere lasciando un buon ricordo.
Vorrei tanto stare a galla e combattere con te. Ma lo farei per te.
Senza te non ha senso alcuno.
E' un conto alla rovescia. so già che la sofferenza avrà la meglio su di me.
E' solo questione di TEMPO.

Astrattismi puerili

Oggi. Terribile rileggere ciò che si è appena scritto con la presunzione d'essere in un presente contemporaneo e ritrovarsi invece in un passato abusato e vittima del tempo trascorso.

Forse sono troppo criptico. Ma è una difesa della propria privacy per i più. Ed una speranza che coloro i quali (ho voglia di scrivere proprio "coloro i quali") le parole sono indirizzate cerchino una propria chiave di lettura e possano trovare la soluzione di cui è all'oscuro lo stesso ideatore del gioco.

All'ora (o allora) scrivo col senso del poi. col senso dell'è stato. Immagino parole già rilette e le vivo da futurista già nel presente.

Sarà.

effettivamente criptico ha una etimologia greca ("nascosto").

Oggi mi sento ("mi sono sentito") stordito, intontito, attonito, frastornato dalla Sua non presenza.
E' come se stamani non mi fossi svegliato. Spero d'essere ancora dentro un incubo, in cui già il svegliarsi e non vedere sarebbe un lieto fine.

E questo annullerebbe il senso del tempo e mi permetterebbe di vincere.

Nei sogni il tempo non ha valore.
Nell'amore il tempo non ha valore.
L'amore non mi è concesso.
Spero tanto di sognare per fuggire via senza una fine già sancita.

venerdì 26 settembre 2008

Un abbaglio

Par difficile raccontare un abbaglio.
Lo si vede per un istante. Lo si intravede soltanto.
E' una percezione.

Difficile tirare somme e bilanci.

It's hard, so hard, letting you go

Or, cara Ragione, caro Ideale, caro Orgoglio, cara Ostinatezza, cara Coerenza,
carissimi tutti,
potete lasciarmi morire della mia Morte.
Potete lasciarmi cullare dalla disperazione,
laddove ogni speranza è andata
e mi sono trovato lungo la strada un'insegna a caratteri cubitali che mi beffeggiava

Carissimi tutti
or potete lasciarmi tracollare.
Mi avete detto di tentare, di insistere
di essere sincero, leale, umile
Mi avete detto di non lasciarmi mai soppraffare laddove sentivo odore d'ingiustizia,
mi avevate detto tante cose ve lo assicuro

Il dovere di lottare per ciò che sentivo dentro, puro e sacro, mi ha stremato.
Posso riposare ora?
Permettetemelo. Vi prego, perchè sono stanco di convivere con la Dannazione.

Ora voglio solo attendere
so cosa mi aspetta e di che cosa invece non avrò mai il diritto.
So a cosa non potò mai osare.
So che ogni mondo ha il proprio mondo e che vi sono livelli che non posso essere affinati

Ho cercato di saltare, di tirar fuori il meglio di me, di toccare l'aspirazione d'una vita.
Ho toccato i miei limiti e sono tornato a terra.
Ma non mi sono dato pervinto, come mi avete insegnato, miei Signori.
Ho persistito esattamente come m'avete detto di fare.
Ho lottato contro un malessere che giorno dopo giorno mi svuotava
privandomi di forze e attanagliandomi nella morsa da cui (me ne rendevo conto sapete?)
non sarebbe poi stato più possibile fuggire.

Ogni mondo ha il proprio mondo. E nel mio mondo la parole fine è definitiva.
L'ho vista scritta quella parola. Ho visto quei caratteri cubitali.
Ho cercato di non curarmene e continuare a fare attenzione solo alla strada, ignorando quel cartello enorme che mi suggeriva ciò a cui sarei andato incontro.
Ma è stato il cartello stesso a scandire quelle parole.

E lì, tra l'arido d'una strada infinita, senza punti di riferimento, mi sono fermato.

Lasciatemi lor signor al mio blues,
perché non ho più la forza d'indossare la maschera in pubblico e non ho nemmeno più la voglia d'incontrare una sol individuo senza di essa.
Lasciate possa crogiolarmi nel blues, con attaccato il peso delle sofferenze di cui vado a raccontare.

Non pretendo che questa sofferenza mi venga cancellata. Neppure le voglio.
Perché mi ha chiarito il mondo.
Mi ha illuminato sulla vita.
Mi ha compeltamente disincantato.
Era tutto come prevedevo. Ho toccato con mano e me ne sono tornato a casa.
L'amore m'aveva quasi convinto a persistere.
Mi aveva suggerito che una qualche felicità esiste.
Avevo trovato ciò che andavo cercando e a me non è consentito toccarlo ed assaporarlo.
Prima, quando tutto questo era solo una visione del mondo potevo narrarla auspicando alla salvezza.
Ora che ho la prova che questo turbine di malessere è la realtà mi lascio andare alla mia natura,
immerso in questo whisky, in queste sostanze che mi alienano e che mi allontanano da ciò che mi ha respinto schifata per le mie sembianze, il mio modo d'essere.
Ho il peso di quelle parole, di quel rifiuto, di quella chiusura.

mercoledì 4 giugno 2008

Dannata libertà

Ho l'imposizione di vivere in una libertà così smisurata,
da sentirmi deturpato nello spirito

A volte mi chiedo se ci sia privazione anche nell'eccesso,
nel vedere dissipare il libero arbitro per un vuoto in idee ed ideali

Libertà come diritto e gestione della stessa come dovere verso gli altri.

Ma libertà, mi chiedo, in nome di cosa? A che prezzo? Perché in varie frome e misure?

Ed è lì che scorgo differenze e disuguaglianze . Ed è lì che m'accorgo della truffa, che intravedo come non sia poi quell'immagine che ci viene presentata.

E' allora che mi è chiaro ed una desolazione m'avvolge.

La libertà ha il proprio prezzo da pagare.
E se non hai da pagare non ti resta che scendere a compromessi con la libertà altrui, raccogliendo servilismo, umiliazione. Mancanza di libertà.

E ti trovi incatenato, disorientato, chiedendoti com'è possibile che tu, circondato da tutte quelle individuali forme di libertà, possa esserne diventato vittima e schiavo.

Basta una brezza di vento per cozzare contro l'alone altrui.
E sentire rumore di vetri infranti. Irrimediabilmente.
Ed il peggio è che non è possibile stabilire una dinamica. Sapere dove sta il torto, dove la ragione. Perché sono queste le regole del gioco e fa parte delle regole non sapere.

Libertà come storpiatura della realtà.

Sempre più offuscata.

Libertà,
mi chiedo se non rimpianga una condizione regolata.
Mi chiedo dove stia.

venerdì 25 aprile 2008

MANI

C'è un'idea di fondo, un insconscio che governa il flusso dei nostri pensieri e delle nostre opinioni?

E' un tranquillo 25 Aprile. Giù in strada, nessun motore azzarda ad una accelerazione rampante. E' quell'ora in cui il sole non imprime più la propria forza. Solo ombre statiche tutt'attorno a segnare una pace tipica di quei luoghi da esodo fuori stagione, quando il mare ancora non è mare e sabbia calda. Sulla tastiera si muovono leste due mani di chi non lavora il puzzo di catena di montaggio o di chi non è segnato da eventi traumatici. Due mani che non conoscono la vita dura, quella dei minatori, di coloro che non hanno un luogo dove poter stare o che sono costretti a spendere il Natale laddove il Natale non ha orami più senso.
Eppure queste mani conoscono e tessono movimenti ritmici, prendono tempo in cerca d'un collegamento logico con il pensiero e sanno soffrire. Le vedo un pò invecchiate, in continua ricerca, talora sofferenti ed irritate, altre entusiaste di rincorrere una sagoma che spesso si dilegua nel buio e rievoca il senso amaro d'una semplic ee modestia illusione.
Sono due mani che rincorrono il mondo reale a loro modo, e si sforzano d'incidere la propria presenza nelle consuete otto ore dei comuni mortali.

Sono due mani che hanno usato penne capaci di dare soddisfazioni a parenti e genitori; sono mani che talora hanno dato una speranza, talora hanno cercato d'imprimere il calore d'un cuore solo, sono mani che hanno cercato un'emozione, dita che hanno sfiorato lineamenti adorati, palmi che hanno accarezzato, polpastrelli che stretti attorno ad un plettro hanno creato note dolci su scale minori che sono state colonne sonore di emozioni forti ed intrise di malinconie, laddove il presente è già passato.
Mani che per qualcuno sono state importanti, imprimendo nelle loro cadenze la personalità d'un anima che così poco sa capire gli altri, ma che vorrebbe dare loro tutto quel che un essere umano sa dare.

Sono mani anonime che ne hanno strette molte altre, sancendo accordi o cercando in un gesto ,consenso o una formale amicizia, forse più imposta che cercata.
Dita sottili, che non sono avvolte da alcun anello e che non hanno identità.
Sono mani che hanno radici visibili, del luogo in cui si vive, ma che rifiutano una restrizione dell'essere su scala geografica, consenzienti dell'origine ignota e di antenati che sono quelli lontani milioni di anni, unici per tanti individui così differenti.

Un abbaino filtra la luce sbiadita proveniente dall'esterno: un angolatura particolare quanto precisa permette a qualche raggio di trovare un modo originale di presentarsi attraverso improbabili rifrazioni. La musica scorre dolce e l'aria immobile è un'amica sempre presente, anche quando la si dimentica e la si ignora.

Un altro giorno scorre tra queste righe.

Agli albori della vita queste mani cercavano di presentarsi al mondo. Sono passati 28 anni e stanno ancora cercando il modo di farlo.

domenica 27 gennaio 2008

Nonosoché

Vorrei avere la franchezza e la lucidità di poterti raccontare quel che sento.
Ma quel che sento in fin dei conti non so cosa sia.
La vita scorre lungo i nostri piedi, gioca a dadi con noi e spendo il tempo in balia di un nonsoché.
Cercare la libertà in una costrizione di base
l'essere liberi di poter constatare la propria entità in un indefinito arbitrario, dove
pensiero, sentimento, ragione, fede, disperazione sono e non sono.

Ma mi aggrappo, consapevole che non ho modo di sottrarmi alle orrende onde che mi travolgono e mi scuotono dentro.
Viviamo in mondi differenti e forse tutto questo soggettivismo ci logora, ci impedisce d'essere felici.
E' una continua violenza, quella dell'onestà, che non mi permette di definire alcunché.
E cara, devo sottrarmi alla presa di posizione, ancora una volta.
Sopportami, te ne prego, ma forse domani sarò io stesso a chiederti il contrario, in questa ricerca del nonsoché, senza fine, senza risposta.
Neppure ho la presunzione di fare domande.
Ma cambierà tutto ancora una volta, disferò e ricostruirò, senza fine.