mercoledì 4 giugno 2008

Dannata libertà

Ho l'imposizione di vivere in una libertà così smisurata,
da sentirmi deturpato nello spirito

A volte mi chiedo se ci sia privazione anche nell'eccesso,
nel vedere dissipare il libero arbitro per un vuoto in idee ed ideali

Libertà come diritto e gestione della stessa come dovere verso gli altri.

Ma libertà, mi chiedo, in nome di cosa? A che prezzo? Perché in varie frome e misure?

Ed è lì che scorgo differenze e disuguaglianze . Ed è lì che m'accorgo della truffa, che intravedo come non sia poi quell'immagine che ci viene presentata.

E' allora che mi è chiaro ed una desolazione m'avvolge.

La libertà ha il proprio prezzo da pagare.
E se non hai da pagare non ti resta che scendere a compromessi con la libertà altrui, raccogliendo servilismo, umiliazione. Mancanza di libertà.

E ti trovi incatenato, disorientato, chiedendoti com'è possibile che tu, circondato da tutte quelle individuali forme di libertà, possa esserne diventato vittima e schiavo.

Basta una brezza di vento per cozzare contro l'alone altrui.
E sentire rumore di vetri infranti. Irrimediabilmente.
Ed il peggio è che non è possibile stabilire una dinamica. Sapere dove sta il torto, dove la ragione. Perché sono queste le regole del gioco e fa parte delle regole non sapere.

Libertà come storpiatura della realtà.

Sempre più offuscata.

Libertà,
mi chiedo se non rimpianga una condizione regolata.
Mi chiedo dove stia.