venerdì 26 giugno 2009

Per Michael Jackson.

Come tutti abbiamo una tendenza spontanea a non credere ad avvenimenti tragici che ci toccano.
Uno di questi è la morte di Michael Jackson che testimonia il potere della trasmissione di sentimenti attraverso forme più o meno indirette.
Posso descrivere come mi sento accomunando il mio stato d'animo a chissà quante altre persone; posso descrivere il personaggio;
cosa rappresenta per me e cos'era e sarà sempre per il mondo.

Michale Jackson ci ha accompagnato con la musica, con le tendenza, con l'arte del personaggio che sa distinguersi da tutti gli altri con la forza della sola classe cristallina.
Michael Jackson ha condizionato pagine della nostra vita e ci porta indietro nel tempo.
Quanti ricordi possiamo associare alle sue canzoni?

Mi sono perso in quelle forme di personalità multipla ed in quell'essenza dalle mille sembianze in grado di darci speranza.
Mi ha donato la voglia di essere sè stessi ed essere quindi in grado di portare alla luce l'artista in noi stessi attraverso il coraggio.
Quel coraggio che manca a chissà quante persone e che conducono esistenze e non vite vissute.

Il talento, il coraggio, la voglia di andare oltre e la capacità di voltarsi indietro e capire.

Michael Jackson mi ha condizionato la vita. Da vivo. E ancora me la condizionerà, da morto.

sabato 25 aprile 2009

La vita è un terremoto

Oggi è un sabato festivo di sole di primavera inoltrata.
Temperatura nella norma. Il mondo segue i disegni divini o casuali a seconda delle speranze, dei punti di vista, genetici, ed ambientali dell'individuo. Dall'ultimo post sono accadute nuove stragi, calamità naturali, nuove morti, atroci o meno, nuove ingiustizie.
Nell'ultimo periodo nuove vite sono fiorite e semi di speranza hanno iniziato a crescere dentro alcuni di noi.
Alcuni sogni si realizzeranno e nuovi incubi torneranno ad emergere o compariranno per la prima volta con l'usuale effetto sorpresa tipico delle comparse in flagrante, stile horror show.
Continua l'andamento della realtà, una percezione altalenante, perpetua di vita e morte. Morte come negazione della vita talvolta; morte come rafforzamento della vita altrui in altre situazioni.

Qualche lettore starà dicendo "e menomale che fa bel tempo mentre scrive"...:-)

La vita è poesia.
Ogni cosa.
Peccato s'intromettano quegli incubi mortali che inducono molte vittime a non sognare più.

Mi sento vecchiotto.
alcune opportunità lavorative sento che non posso più coglierle.
Ed ho 29 anni.
E sto ancora studiando per raccogliere titoli.
Vedo intorno a me amici scalfire la propria vita attorno ad una definizione che perseguono perché innata.
Intorno a tutte queste certezze ho radicato un modo di pensare che via via è diventato sempre meno aspro e più definito. E' il prezzo della saggezza diranno gli ottimisti.
E' il prezzo della vecchiaia e dell'essere rincoglioniti dico io.

Completo incompleto. Purtroppo quelle vite definite perdono di senso dentro il modo di pensare.
Peccherei d'ipocrisia costruendone una seguendo i canoni estetici che mi metterebbero al riparo da una ricerca che non terminerà mai.
Ma i personaggi reali invecchiano allo stesso modo in cui quelli nei videogiochi esauriscono lle tacche energetiche.

Queste solo riflessioni teoriche d'un sabato pomeriggio.
Attorno a me, il sole, il silenzio, l'ombra, la quiete, la musica.
Un cane dorme. Ignaro del fatto che sono gli ultimi suoi giorni per il fatto che un cancro ai polmoni esteso, che ha già completamente ostruito un bronco, si sta propagando in modo inarrestabile per il suo corpicino. cortisone, tramadolo e aciclovir in via sperimentale cercano di rallentare l'espandersi della macchia malefica. Il tempo si può solo rallentare, sancisce la relatività, ed allora anche i farmaci si adeguano.

La tv è spenta.
Il lampadario pure.
Tutto è immobile.
La terra ruota e non si fanno sentire le scosse d'assestamento che hanno esaltato il male della mafia edilizia in Abruzzo sotto le scosse d'un incolpevole terremoto assassino.

Signori, questa è la vita.

martedì 3 marzo 2009

Nulla

A leggere i post di 3-4 mesi fa, incentrati su di un rapporto e di un sentimento che non mi appartiene più in alcun modo mi verrebbe da eliminare ogni cosa.

Andrebbero eliminate certe immagini ma non ho il tempo e la voglia.

Ma in sin dei conti è stato un abbaglio che ha portato nella mia vita consiglio ed esperienza. Oltre alla pazienza di gestire una situazione sfavorevole.

E' per questo che non elimino. Quelle parole non mi appartengono più, ma si sono scontrate in un preciso punto dell'universo con il mio sentiero. E mantengo il ricordo di quello scontro.

I miei interessi sono tornati quelli di tempo fa e sto lavorando veramente e concretamente tanto per ottenere tutto ciò che ho in mente.

In sin dei conti l'amore è legato al tempo e lo scorrere del tempo scioglie e chiarisce. Lascia quel che di vero c'era. In quel caso nulla.

domenica 1 marzo 2009

Sfide

E', come sempre, il momento di grandi sfide. Scostarle vuol dire non essere all'altezza e mi riddurrebbe al livello ancor più basso di colui che le accetta e sopperisce alle stesse.
Ma le sfide fanno paura.
E la paura crea timore.
Ed il timore fa paura.
E via dicendo.
Scosto la paura e mi metto a ragionare.
E' per ciò che sto lasciando, tutte le certezze, una dopo l'altra, che lì'altro giorno ho scritto la riflessione su come trovo differente e diversa la mia famiglia.
Guardo la quotidianità con occhi differenti perché sento che mi sto allontanando da essa.
Sto progettando il mio futuro in modo articolato e senza punti di riferimento.
Solo la mia cultura ed il mio impegno.
E' come salire una rampa di scale che porta in fretta ad un piano dal quale si può osservare tutta una città.
Guardo giù e mi guardo indietro e da basso e vedo ricordi che fanno venire le vertigini da quella rampa di scale di cui vi parlo.

Ma devo continuare a salire. E' solo che non solo quale sia il mio valore.
Mi fa paura volerlo saggiare sino in fondo.
Ma che uomo sarei se volessi farlo diversamente?
Devo ancora trovare tutto me stesso, devo ancora costruirmi ed ho voglia di fare in fretta, di cambiare e raggiungere un equilibrio con me stesso in grado di rendermi felice.

venerdì 27 febbraio 2009

I genitori

Un viaggio lunghissimo, la solita giornata di Master.
Ritorno a tarda sera. Sono stanchissimo.
Vedo i miei e penso alla casa tanti anni fa, a come sono cambiate le cose, i ruoli, ai tempi andati.
Vedi tuo padre stanco ed invecchiato, tua madre che ti vede con occhi sbiaditi e ti riimmagina piccolo piccolo, incapace di non temere che il mondo esterno possa aggredire quel figlio che non riesce a vedere adulto.
Scorgi che vecchie abitudini sono diventati ricordi e che le tue passioni ed il tuo lavoro non possono essere condivisi, se non attraverso racconti superficiali ed approssimati che non destano alcun interesse se non quello dovuto della buona educazione

Penso al passato, al presente e mi chiedo come sarà il futuro e se avrò nostalgia quando riassapererò questo momento preciso, che in qualche posto ed in qualche luogo è già diventato passato.

mercoledì 25 febbraio 2009

C'è una decisione che domani devo prendere.
Soldi da una parte, maggiori prospettive ma anche maggiori incertezze dall'altra.
Che fare?
Stare attaccati ancora per qualche mese al guadagno?

lunedì 16 febbraio 2009

La fine di un'esperienza

Una nuova stagione

Vi siete mai trovati nella situazione di lasciare il vostro posto di lavoro, dopo averlo visto come una casa, dopo aver conosciuto tutte le persone che piano piano si sono affezionate a voi e, dietro la maschera di professionalità, viceversa?

Mi sono affezionato al luogo e penso a quanto in un arco temporale così relativamente breve sia cambiata radicalmente la mia vita ed il mio modo di essere.

Mi sono affezionato ai ricordi, ai volti, alle immagini del Corso, ad ogni vissuto che rispecchia la mia anima.

Mi sono perso e ritrovato in questo sentiero della vita. Un sentiero breve ed intenso che credo che ricorderò sempre veramente e che altrettanto onestamente osserverò da chissà quante visuali.

Sai, capisco i vecchi ed i pensionati, che lasciano lì, sul selciato, una parte di sè e della propria vita, una grande parte, per una azienda che magari un giorno ti scarta esattamente come ti aveva scelto. 

Io me ne vado. A testa alta.

Me ne vado rinunciando ad una immagine del futuro troppo definitiva e statica, che non credo mi appartenga. Non credo di scostarmi molto da ciò che sento se dico che preferisco cercare, cercare e cercare ancora per piangere o ridere grazie a sentimenti che ancora mi mettono la pelle d'oca e che mi fanno assaporare, gustarmi e sudare le vecchie mille lire per una pallina di gelato.
Lo so che sembra un paradosso eppure è tutto più vero lontano dalle maschere che ogni giorno, senza coscienza, indissiamo e che ci allontanano irrimediabilmente da noi stessi, coperti da quel mare di merda che ci pervade tra inutilità fatte di niente.

Sono arrivato per 700 euro al mese, poi 1200, poi 1250, poi 1300, poi 1600, poi 1700, poi 1800 e poi ho superato i 2000 e poi le promesse per 2300, 2400, 2500 euro. con tredicesima, quattordicesima e l'entrata con lo 0,1% nella società.
Ma siamo matti? Cosa diventa così?
La cosa che so è che rischio di diventare quel che non sono.
E quindi addio.
Mi prendo il posto semplice, semplice di ricerca a 700 euro al mese, in un luogo fantastico, mentre porto a termine anche quest'avventura del master.
Torno a valorizzare anche quei cinque euro che avevano perso valore nel mio credo, ad integrare la mia vita raccogliendo spiccioli con talenti splendidi quali chitarra, blues e scrittura.
Lascio che mi pervada d'amore ogni cosa semplice sperando d'offrire un sorriso alla persona semplice che vorrà strapparmelo e che avrà voglia di coglierlo.

Rinizio da capo con splendidi ricordi d'un 2008 splendido. ma questo vale solo per chi sà cogliere il lato migliore della vita. ne abbiamo una sola.

Cuba, scrittura, sogni, desideri, speranze, attendentemi e trascinatemi con la vostra forza lontano dalla monotonia d'un animo che non sa più piangere e ridere.

mercoledì 11 febbraio 2009

Parassiti. I ricercatori che fanno la fame.

Ragazzi il futuro di ricerca qui in Italia fa schifo.
Allora. Un bando, un concorso, un esame.
Una borsa di studio disponibile.
Partecipo.
Me la aggiudico.

Ieri mi contattano per fare parte d'un comitato etico per il controllo delle sperimentazioni da parte delle industrie farmaceutiche. Gestione delle attività regolatorie e della legislazione farmaceutica valutando tutte le norme inerenti alla buona fabbricazione.

Non mi par vero.

Oggi vado al colloquio. All'ospedale sito a pochi passi da casa.

Vado dopo il lavoro con l'emozione del novellino, col sorriso sulla bocca.
Entro. Luogo splendido, straprofessionale, tutti in camice, provette che girano tra un laboratorio e l'altro, organizzazione, pulizia, lavoro dietro ad un progetto di ricerca importante, quale la sicurezza di tutti gli studi clinici che permettono ad una molecola di diventare farmaco.
Un iter difficoltoso e lunghissimo, che quasi sempre si schianta dietro i rigori richiesti prima di arrivare a destinazione.

Rimangono entusiasti nel sentire che oltre al curriculum inviato sono stato preso ad un Master validissimo quale quello in tecnologie farmaceutiche ed attività regolatorie.

La proposta mi lascia però allucinato. Pochi soldi al mese. Borsa che al netto delle ritenute, delle spese di previdenza sociale di chi è iscritto al nostro albo e del pagamento a mio carico di una assicurazione sulla vita, praticamente mi consente di portare a casa...600 euro al mese.
Per un anno, con un contratto, anzi no, una borsa di studio, che può essere rinnovata per 1,2,3 anni, restando precario e raccogliendo zero.

Questo è il futuro di chi arriva primo e di chi crede nel lavoro di ricerca?
Ma che cazzo, perché me ne devo andare all'estero?

Ragazzi, 600 euro.
E poi sciopera chi prende 1200 euro al mese.

Tanto a chi interessa uno sciopero di noi ricercatori?
A chi?

Italia, te voio ben, ma mi sento preso per il culo da chi i sogni che prendo in un anno li fa con una tradata in borsa da cinque minuti, facendo una banalissima compravendita d'un titolo.

Bravi. E' così che si cresce.
Laureandosi, studiando, facendo specializzazioni, pagando, lavorando per capire ciò che di buono può essere creato.

Mi sa che mi tocca restare dove sono.

Grazie ai parassiti che ci sfruttano.
Grazie.

il peso della MERDA

Beh, sto rincorrendo ancora la mia persona.
Ho oramai lasciato alle spalle l'episodio che ha invaso il mio LIBERO PENSARE,
incontaminato dalle imposizioni della vita.

Ragazzi, vi siete mai svegliati da un incubo quando oramai pensavate non avrebbe mai avuto fine?
Mi sono svegliato già da parecchio da questo incubo, ma ho voluto assicurarmi di non avere la minima probabilità di cadere nell'oscurità della voracità d'un sonno debilitante prima di dire al mondo che sono sveglio.

Beh. Ci si sente liberi quando ci si sveglia. Liberi più che mai. Ancor più del periodo che aveva preceduto la caduta nel buio stesso, quel periodo in cui avevamo abbassato la guardia e avevamo evitato di ricordarci allo specchio chi siamo e da dove veniamo.

Ragazzi, l'identità è tutto.
Essere integri e non mescolarsi al branco, ai sentito dire, agli slogan da supermercato di giornalisti e pubblicità, ai modi d'essere d'una società scostumata e priva d'ispirazione d'elevatura morale.

Ora si torna a scrivere.
Ora si torna a pensare.
Ora si torna a creare.
Ora che ci siamo ripuliti da tutta quella merda possiamo tornare a sfidare la vita.

giovedì 29 gennaio 2009

Arriva il giorno in cui..

Con la tenacia, la lealtà e l'onestà verso sè stessi e gli altri si risolve tutto.
Il luogo in cui lavoro si è ripulito e non è più luogo di gente beffarda, subdola e snob. Ci sono persone vere e quel che conta è che c'è tanto affetto e si lavora sulla basa di conoscenze scientifiche solide.
Questo ha portato anche a benefici economici che sotto la mia responsabilità non fanno altro che testimoniare quanto il mio lavoro abbia portato risultati insperati.
Quando guardiamo nelle casse ci chiediamo sino a che punto siano meriti mio e dove finiscano i demeriti suoi.
L'importante è che l'immagine reale riaquista i propri connotati e la spazzatura viene riconosciuta piano piano dal puzzo che si lascia dietro.

L'ambiente lavorstivo ed extra è un ambiente che mi rafforza e mi piace, per la maggior parte fatto di gente con cui interagire positivamente.
Le sfide sono solo all'inizio, visto anche il recentissimo passaggio di proprietà.

Io proseguo nella formazione professionale e sto ottenendo risultati che mi gratificano.

Ovvio che è, ad ora, ripugnante il sol pensiero d'aver avuto un pensiero di quel tipo.
C'è chi usa e riusa, illude e plagia la bontà distorgendo in nome d'una apparente purezza: ma il buono non è coglione e comprende. Non mi è mai interessato nulla ma il verbo diffuso è solo pura invenzione diffamatoria.
Le esche e la zizzania sono presenti nella vita di qualunque persona.


I knew a girl
Her name was truth
She was a horrible liar.

She couldnt spend one day alone
But she couldnt be satisfied.

So tell me why,the first to ask,is the last to give,everytime
What you say and do not mean
Follow too close behind

mercoledì 28 gennaio 2009

Questo splendido, meraviglioso mondo.

Sono accadute tante cose. Non è corretto narrarle. Lascio che gli eventi scorrano.

Ho notato che l'interazione e le intenzioni non sono tutto.
Fraintendersi è all'ordine del giorno e la conseguente, inevitabile, cocente delusione è il lato amaro della vita.
Si è tutti sulla stessa barca, navighiamo a volta controcorrente l'uno con l'altro. Si galleggia sino a quando il peso non pende tutto da una parte sola o fino all'arrivo d'una tempesta in cui la collaborazione è basilare. Poi si diventa naufraghi. E la consapevolezza arriva con la perdita d'ogni cosa.

When you have everything,
You have everything to lose


Eppure facciamo tutti parte di questo splendido meraviglioso [INCREDIBILE]mondo. Uno unico. Uno unico in cui si intrecciano con dinamiche ignote e variabili infinite i mondi virtuali di ognuno. Mondi reali dai quali dipendiamo e che vediamo, ma che sono solo visioni.

Theres so many different worlds
So many differents suns
And we have just one world
But we live in different ones


venerdì 2 gennaio 2009

Me ne vado

Uno scrigno che volevo custodire fuori da tutto il resto in nome d'una sincerità che non avrei violato per nulla al mondo.

giovedì 1 gennaio 2009

Epilogo

Questo blog è come la mia camera. Un luogo in cui, credi e passioni si sono fuse con i miei ideali.
Una rappresentazione. Una prospettiva. Un punto di vista.
Una vita semplice, una luce ad illuminarla. Manca una persona a completarne il quadro.
Ho lottato, ho scritto e ho pensato in questa semplice verità di una anonima rete.

Tornerò a spegnere la luce.