mercoledì 11 febbraio 2009

Parassiti. I ricercatori che fanno la fame.

Ragazzi il futuro di ricerca qui in Italia fa schifo.
Allora. Un bando, un concorso, un esame.
Una borsa di studio disponibile.
Partecipo.
Me la aggiudico.

Ieri mi contattano per fare parte d'un comitato etico per il controllo delle sperimentazioni da parte delle industrie farmaceutiche. Gestione delle attività regolatorie e della legislazione farmaceutica valutando tutte le norme inerenti alla buona fabbricazione.

Non mi par vero.

Oggi vado al colloquio. All'ospedale sito a pochi passi da casa.

Vado dopo il lavoro con l'emozione del novellino, col sorriso sulla bocca.
Entro. Luogo splendido, straprofessionale, tutti in camice, provette che girano tra un laboratorio e l'altro, organizzazione, pulizia, lavoro dietro ad un progetto di ricerca importante, quale la sicurezza di tutti gli studi clinici che permettono ad una molecola di diventare farmaco.
Un iter difficoltoso e lunghissimo, che quasi sempre si schianta dietro i rigori richiesti prima di arrivare a destinazione.

Rimangono entusiasti nel sentire che oltre al curriculum inviato sono stato preso ad un Master validissimo quale quello in tecnologie farmaceutiche ed attività regolatorie.

La proposta mi lascia però allucinato. Pochi soldi al mese. Borsa che al netto delle ritenute, delle spese di previdenza sociale di chi è iscritto al nostro albo e del pagamento a mio carico di una assicurazione sulla vita, praticamente mi consente di portare a casa...600 euro al mese.
Per un anno, con un contratto, anzi no, una borsa di studio, che può essere rinnovata per 1,2,3 anni, restando precario e raccogliendo zero.

Questo è il futuro di chi arriva primo e di chi crede nel lavoro di ricerca?
Ma che cazzo, perché me ne devo andare all'estero?

Ragazzi, 600 euro.
E poi sciopera chi prende 1200 euro al mese.

Tanto a chi interessa uno sciopero di noi ricercatori?
A chi?

Italia, te voio ben, ma mi sento preso per il culo da chi i sogni che prendo in un anno li fa con una tradata in borsa da cinque minuti, facendo una banalissima compravendita d'un titolo.

Bravi. E' così che si cresce.
Laureandosi, studiando, facendo specializzazioni, pagando, lavorando per capire ciò che di buono può essere creato.

Mi sa che mi tocca restare dove sono.

Grazie ai parassiti che ci sfruttano.
Grazie.

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