domenica 27 gennaio 2008

Nonosoché

Vorrei avere la franchezza e la lucidità di poterti raccontare quel che sento.
Ma quel che sento in fin dei conti non so cosa sia.
La vita scorre lungo i nostri piedi, gioca a dadi con noi e spendo il tempo in balia di un nonsoché.
Cercare la libertà in una costrizione di base
l'essere liberi di poter constatare la propria entità in un indefinito arbitrario, dove
pensiero, sentimento, ragione, fede, disperazione sono e non sono.

Ma mi aggrappo, consapevole che non ho modo di sottrarmi alle orrende onde che mi travolgono e mi scuotono dentro.
Viviamo in mondi differenti e forse tutto questo soggettivismo ci logora, ci impedisce d'essere felici.
E' una continua violenza, quella dell'onestà, che non mi permette di definire alcunché.
E cara, devo sottrarmi alla presa di posizione, ancora una volta.
Sopportami, te ne prego, ma forse domani sarò io stesso a chiederti il contrario, in questa ricerca del nonsoché, senza fine, senza risposta.
Neppure ho la presunzione di fare domande.
Ma cambierà tutto ancora una volta, disferò e ricostruirò, senza fine.