domenica 28 ottobre 2007

Gira la ruota

Son veri o falsi?
Giaci supina in quell'angolo che chiami il mio buchetto
non ne vuoi sapere di sporgerti oltre la soglia di sicurezza.
Un raggio che attraversa spiovente una fessura della persiana abbassata
illumina una piccola porzione della tua tuta.
Il viso è nascosto da uno scudo di braccia
il corpo è accovacciato, nel desideio di sparire.
Mi fa male tutto questo,
mi ferisce guardare quel che ti hanno fatto,
non ho la forza d'essere ipocrita e dirti che va tutto bene.
Come ti senti?
Come ti sentirai?
Cos'hai provato?
L'irreversibile ha bussato a questa porta stamane
s'è appropriato d'un corpo, ha violato il tuo animo.
Il volto della bestia forse avrà intravisto il tuo sorriso,
il tuo sguardo dolce.
Non ha esitato ad aggredirti,
ha sentito l'odore della preda
e ha disprezzato l'intelligenza riducendo al senso comune della carne.
Sono impietrito, ho paura, non so come comportarmi.
Eri la mia bambolina,
tu adorabile zecca, eri quella dolce metà adorabile,
ch s'ostinava ad amarmi nonostante tutto.
Sai, lo hanno preso,
ma non posso dirti altro,
mi limito a pensare anche questo.
Non posso prometterti nulla in questo schifo di mondo,
non posso consolarti
non posso assicurarti che ti proteggerò perché non posso nasconderti dal mondo reale.
Non posso mentirti su d'un paradiso che c'è e non c'è.
Là fuori ognuno si difende come può.
Col sole alle spalle, qualche persona piange qui fuori in strada; proietta nell'ombra della propria sagoma un lungo rosario. Proferisce parole, parole, solo parole.
Ancora parole.
Vende la propria anima ad un Dio. Loro hanno le redini della verità.
Io la lascio loro, commiserandomi nel pianto di ciò che mi resta, la sincerità.

I POST PRECEDENTI

Ecco, un paio di minuti ed il blog è creato.
Riattacco un pò tutto quel che avevo messo nel precedente.
Nei prossimi giorni vedrò di modificarlo, se ci riesco, visto che non capisco dove stia la bellezza di sottostare ai dogmi dell'HTML.

29 giugno

si si continua così.

E allora e allora. della serie. Oggi mi sento felice. E' il secondo giorno che viaggio sull'onda d'un equilibrio importante.
Più che felice, il termine adatto è sereno.
Tutto è nato ieri mattina quando tornavo da Padova in treno. Stavo guardando i prati verdi, i vigneti, le colline rinvigorite da un clima ne troppo secco nè umido, mentre prendevo alcuni appunti su d'una tematica farmaceutica.
All'improvviso, dietro quell'albero in mezzo all'erba, scorgo un'idea che va subito oltre i pochi ostacoli che spuntano qua e là nel quadro naturalistico. Ora il paesaggio si proietta con forza e vigore all'infinito.
Lo comprendo subito. Mi è venuta l'idea che aspettavo da mesi. L'idea per un nuovo romanzo. Scorgo subito anche particolari che posso disseminare qua e là. E' stranissimo, brancolo nel buio d'una storia, di vite ancora teorizzate e appena nate, eppure ho certezze nascenti anche sui particolari.
Sono un fiume in piena. Da due giorni che ogni minuto libero dedico i pensieri a come combinare il tutto. Anche quando mi sta parlando qualcuno, io con la testa sono altrove.
E poi contaminato da questo buonumore contribuisce il continuo progredire del trader. incredibile come stia andando bene. Economicamente è molto più d'un lavoro e il lato economico è la cosa che cerco per investire poi sui miei sogni, che se non si vogliono lasciare fine a se stessi hanno bisogno da una parte d'essere coltivati col sapere e dall'altra d'essere sorretti finanziariamente.
Il tempo è il solito rompicapo e la difficoltà ed il pericolo maggiore è non saperlo organizzare al meglio. E qui non stiamo andando alla velocità della luce, quindi nessuna possibilità di creare la curvatura spazio-temporale cui parlavo nel post precedente.



27 giugno

limiti, errori, assoluto, religione.

Gesù è stato il primo a parlare d'amore?
Rispondere si, vuol dire non conoscere la storia prima dell'anno 0.
E' stato l'ultimo?
Moltissime persone parlano d'amore.
Prima accadevano ingiustizie e dopo no?
Prima i lebbrosi venivano lapidati, poi gli ebrei messi in fornaci.
E' solo la Chiesa cristiana a reputare Gesù figlio di Dio, o lo stesso personaggio si definiva tale?
Anche lo stesso personaggio si definiva in tal modo.
Gesù è risuscitato?
La storia dice di si.
La storia è narrativa?
Potrebbe essere, intrisa con eventi storici reali.
Gesù potrebbe non essere esistito?
Il condizionale in questo caso rappresenta onestà intellettuale.
Gesù potrebbe essere un'ispirazione ad un personaggio realmente esistito, ornato poi da ritocchi ideologici?
Interpretazione che appoggio.
L'uomo può fare a meno della religione?
Può eccome, ma in genere deve condividere i grandi temi con altri.
Sei informato su quel che dicono i Vangeli?
Eccome, li ho riletti più d'una volta.
Cosa ne pensi?
Validi. Il Cristianesimo è stato un movimento importante, una grande conquista sociale. Gesù, o meglio, il personaggio creato, ritengo non si possa escludere fosse affetto da "pazzia" o qualche forma di delirio, credendosi figlio di Dio. Le probabilità, di chi è razionale (ma razionale coerente col termine) lasciano pochi dubbi a riguardo.
Cosa pensi dell'Islam?
A parte la corrente fondamentalista, spesso disegnata dagli occidentali a proprio piacimento distorcendone il significato (vedi i pessimi libri della Fallaci; consiglio a riguardo Tiziano Terzani indispensabile lettura a riguardo) ritengo abbia degli spunti più credibili.
Già il fatto che Maometto sia storicamente "profeta" e non "figlio di Dio" è qualcosa di più credibile e rispettoso di quel che rappresenta Gesù per i cristiani.
Ed il buddismo?
Beh, il buddismo non è una vera e propria religione. E'più filosofia-religione. E' piuttosto interessante la teoria, piuttosto auspicabile riuscire a praticarla. Il tempo che non c'è, rappresenta un pò la nostra ipocrisia nel credo-non credo. In generale le religioni sono secondo il mio modo di vedere, una mancanza di rispetto a chi si avvicina spiritualmente a Dio, senza cercare di comprenderlo o di tessere intorno una storia. E? ipocrisia per noi umani.
La tua posizione?
Agnosticismo allo stato assoluto, che vuol dire prendo la posizione più umile. L'agnosticismo è il modo di pensare che presuppone che non possano essere affrontati determinati argomentazioni dal momento che l'essere umano ha dei limiti intellettuali che non gli permettono di arrivare a prendere posizione ASSOLUTA.
Comprendere Dio è atto estremo di presunzione e di mancato rispetto. Questo non escluda che io possa avere una mia spiritualità e questo non esclude che io possa capire l'esigenza che sta alla base della religione.

Questo è una sorte di domanda e risposta perché in una discussione con una conoscente, tramite chat (e già questo logora il senso del parlato) abbiamo affrontato alcune importanti tematiche. A mio modo di vedere però sono state affrontate con troppa presunzione. Troppe domande, un filo logico disordinato e nel cercare di rispondere e confrontarsi mi sembra sia sorto un pasticcio d'insieme che ha sfornato ben poco di costruttivo.
Questo a mio modo di vedere. Alcune frasi ("non mi parlare di religione perchè rischio di diventare blasfemo" da una parte e "Madonna mia, ma tu hai proprio il paraocchi...ma che dici?" dall'altra), non sono espressione di cattiveria, ma di reazioni di chi inizia ad incappare in difficoltà nell'esprimere le proprie idee tenendo alto la considerazione verso altre posizioni. Perché ricordo: la stessa persona, io o un lettore qualsiasi, sono "entità" estremamente malleabili, gestita dall'educazione impartita loro. Quindi è bene capire che la propria opinione potrebbe coincidere con la stessa del rivale, a seguito d'un percorso differente. Torno all'ASSOLUTO, che tratterò poi e che per chi ha tempo di leggere, credo valga assolutamente la pena.
I temi affrontati sono belli se si parte con umiltà e con il principio di autodemolizione ammissibile, in altre parole non stare sulla difensiva.
Lasciamo perdere il sistema chat, che ha limiti mostruosi: la mia frase sopra riportata era espressa con ironia e un sorriso, era un'iperbole voluta, ma non è stata colta. La seconda è stata presa troppo sul serio, troppo "letteralmente" dal sottoscritto e contestata.
Ora mi accorgo che l'altra persone stava cercando d'insegnarmi qualcosa, ottima opportunità d'ascolto. Come il solito troppo tardi, come il solito ERRORI, una evidente constatazioni dei propri limiti. Spero che i miei limiti non vengano presi come cattiveria, ma vengano considerati terreno di semina.
Per quello dico che le amicizie sono le cose più belle del mondo, e quelle profonde sono difficili e sfide quotidiane. Perché ci si deve anche far del male per crescere (in senso costruttivo o di rifacimento intendo).
Ma da parte mia, il tema andrà ritoccato e perfezionato. Lampanti alcuni miei limiti in materia. Troppo forte l'influsso di Einstein in tal senso. Anche se lo stesso Einstein nei tempi che precedettero la morte (Einstein era ebreo, non accettava alcun dogma)...ammise" qualcosa mi turba profondamente...qualcosa nei miei calcoli non torna...potrebbe esserci qualcosa". Era profondamente turbato dal fatto che la fisica stessa lasciasse aperta certe cose. La relatività, prima ristretta, poi generale, assolutamente impenetrabile per i neofiti e anche per molti laureati in matematica, ma che toccava quel che distruggeva con la ragione ogni forma di razionalità. "il tempo non è assoluto, ma è relativo, si crea una curvatura spazio-tempo col moto e l'accelerazione...alla velocità della luce il tempo è fermo, non scorre...superare la velocità della luce (impossibile fisicamente) vorrebbe dire...e i buchi neri sono neri perché assorbono la luce...quindi sono cunicoli spazio tempo...". Vedrò d'inserire questo concetto con alcune formule basilari. Certo è che in un terra che viaggia a 10000 Km/secondo, il resto può perdere di significato e pensandoci troppo...insomma bisogna essere preparati a maneggiare argomenti tosti con le dovute precauzioni.


25 giugno

IL BLUES

Stavo ascoltando un brano blues. Mi ha preso per mano e mi ha portato là, sulle rive del Mississippi (si scrive così anche se suona strano, lo dico perché una volta la prof. Del liceo me lo corresse in un tema eliminando la doppia “p” e io la corressi a mia volta…). Note sofferte, che spirano e portano con sé racconti impagabili, testimonianze d’un periodo schiavista. Sono una forma d’arte, che come in ogni sua forma ha dato spazio alla verità, ci ha dato la possibilità di crescere ascoltando le testimonianze intrise di valore storico, canti soffusi e nascosti provenienti dalle colture schiaviste degli stati meridionali degli USA.
Un fenomeno come la schiavitù, l’umiliazione, il lato arcigno dell’uomo, l’insensibilità e la ragione depravati del sentimento e dell’umanità.
A volte, lo capisco, è dura, difficile rendersi conto che la poesia e l’arte altro non sono che rappresentazioni fedeli di sofferenza vera, per quanto lontana dalle nostre vite venga essa percepita. Se non si comprende questa sofferenza alla base, il blues è vuoto. Non è blues. Perché il blues è l’arma con cui si affronta la realtà. E’ un atteggiamento onesto, senza maschere e senza affrontare le difficoltà come farebbe il superuomo di Nietzsche.
Il blues lo proviamo tutti, è la depressione che non ti abbandona mai, lo scoraggiamento che ti pervade nonostante tutto, il sentimento allo stato puro, è sofferenza talora tragedia.
Il blues è improvvisazione, è l’arte di dipingere il mondo con i nostri occhi, di sforzarci a ritrarlo in divenire, senza la presunzione di non cogliere con stupore quel che talora la routine trasforma in grigio e laconico.


Dato che ci sono:


COS'E' IL BLUES?

Cos’è il blues
Sono due parole
Ricamate su quattro accordi
Sono momenti intimi
Sono un ritmo ed una base
E’ l’emozione d’un ricordo
La riflessione tradotta
L’epilogo d’un dramma
L’inizio d’una speranza.
Il blues
È consapevolezza dei limiti
È desiderio di vita disillusa
È voglia d’essere romantici.
Cos’è il blues,
Un suono scordato,
la speranza che una lunghezza d’onda
oltrepassi le barriere corporali ed ideologiche,
un manifesto aperto della propria umanità
la volontà d’essere
un dipinto soffuso e onnisciente
su d’un cartoncino straccio
il blues è
una lotta tra il desiderio di raccontare e il timore d’esser violati
è un segreto
è una bandiera d’accettazione
è la percezione della morte
il battito irrequieto dei nostri limiti
è la belva che aggredisce
è il desiderio d’uno sguardo implacabile e freddo,
seppur senza reazione
è una chitarra, un piano, un numero di battute
il blues,
una storia che si erige sul passato e va dritta là,
un pensiero,
il blues è un catarsi
un pianto sentito e liberatorio,
il blues è il compagno di viaggi che non si vuole gettare
è commiserazione del proprio presente
è l’ironia della sorte
è il destino che non c’è
è l’immagine d’un dio crudele
è la paura che non vi sia un Dio
Il blues è la vita
Quella vera,
il blues, il blues
è il cassetto dei sogni derubato
ma la volontà di sfidare la sorte ed ironizzare la tragedia
senza la pretesa ma con la consapevolezza,
che il vuoto resta vuoto.
E' la volontà di non mentire a sè stessi
siamo noi in un bosco
è l’uomo e la natura
è il rispetto per chi sta al di fuori del nucleo familiare
è un abbraccio, il blues, sentito,
è un abbraccio alla Signora
e dirle un ironico vaffanculo
è l’odio di chi ostenta il proprio essere con il proprio avere.
E’ la forza d’andare avanti,
è l’agnosticismo perpetuo
è la fede nella precarietà
il blues,
è tutto questo il blues?
Sono io il blues,
su d’un prato, mentre piove,
che dedico a te tutto questo,
convivendo con quel male che fa sapere che non sentirai mai.


Storie di vita NON vissuta.

Un corso d’acqua vigoroso

esplode e libera fragranze, profumi, aromi

e con essi inebrianti s’accendono ricordi

di quel giorno;

lo rievoco quasi inconsciamente

lo rivivo perché non mi si lascia altra alternativa

la mia stessa sorte mi spinge proprio là

acqua soggetta a forze travolgenti

eventi che trascinano, senza domande

m’irrigidisco puntando a terra le unghie

m’incurvo, flesso, un arco teso pronto a caricare

non ho scelta

non c’è alternativa che lasciarsi andare

in balia degli eventi

Avevo quella normalità che cercavo

Quella normalità che l’istinto rende comune

Tettoia di conforto nel ventre tempestoso

Me lo ricordo, io

Si, lo rievoco.

Sissignore, tu me lo rievocasti.

La adoravo ma venni spinto via

Rimasi sul ciglio della strada, ad un metro dalla morte

Con occhi lucidi cui fari impazziti amplificavano

Fu il primo accordo, d’una composizione di sofferenza

Gemetti e me ne andai

Ma avevo te,

sissignore avevo ancora te.

Fu un susseguirsi inevitabile di perdite

Le attendevo inerme,

impotente.

Se ne andò lei,

sancì la fine della famiglia,

eliminò quel che insieme al lavoro chiamano sicurezza

ma nessuno poteva proibirmi di amarti ancora.

L’acqua mi trascinò a valle.

Sissignore, tu eri presente,

ancora.

La composizione fu causa o conseguenza

Di quel che accade.

Nella sofferenza mi sento più libero di prima,

forse perché ho te, sissignore.

La mia sempre amata bottiglia di whisky.


…avevo quella normalità che cercavo

Quella normalità che l’istinto rende comune

Tettoia di conforto nel ventre tempestoso dell’anima…



20 giugno

ERRORI

Come il solito, non rileggo neppure (se vi sono errori nel testo, beh, luogo non fu più opportuno che questo), fa parte del blues.

Gli errori,
errare, errante,
aberrante,
odiamo averne a che fare
trovarli sul comodino al risveglio
dover portarseli a letto la sera
farli entrare nei sogni
Gli errori
ah, gli errori.
(che orrori)
Con filosofia li accettiamo
l'ipocrisia li nasconde
ma sono là,
uno spazio oscuro di cui ci priviamo
la vita li stende al sole.
Li vedi
e il primo pensiero è se è possibile fare il bucato
spesso sono un abbaglio,
talora un imprevisto
o spuntano a grappoli
sono l'origine e la fine
sono pestilenza e morte
sono interpretazione bacata
,gli errori non errori
sono detonazione comportamentale
sono punti di partenza
Gli errori,
ah gli errori
(che orrori).
A volte ritornano,
sono l'odore della nostra intimità
sono scelte
sono il rovescio della medaglia,
il prezzo da pagare.
L'errore è
di valutazione,
pratico,
teorico,
strumentale
un intuito con un margine versatile
incomprensione
sentimento e ragione.
sono reversibili o meno.
sono parole,
dette scandite, ribadite, ripetute, riverite
Gli errori sbiaditi ma occorrenti,
di tinte accese, immortali.
Gli errori sono atti
autocritica ribadita o mancata.
Gli errori esistono,
siamo noi, è l'uomo
l'idea, Dio
Dipende,
per quanto tempo l'errore rimane tale?



17 giugno

E DOMANI?

Domani, ore 9, poche ore ancora, poi mi troverò io ed il nemico.
Per sconfiggerlo dovrò dare tutto me stesso, dovrò azzannarmi per rendere costruttivo il desiderio ardente
l'impeto di vincere che si è accumulato.
La ragione e la rabbia,
la voglia imperterrita di non fermarmi troppo qui,
di non sostare.
Questa è solo una tappa, non posso sottostare ai ritmi di Mr Time,
che mi frena accelerando.
Per domani vorrei ricevere il buon auspicio,
vorrei sentire la non indifferenza.
Ma in fin dei conti si sa già come andrà a finire.
E' tutto uno spettacolo, una sceneggiata di pessimo gusto.

LADRI "DEMOCRATICI"

Sono stremato. Sono le 3,45. Avrò da fare per altre due ore. Ma posso reggere con questi ritmi?
Boh, stiamo a vedere.
Stasera uscito dalla biblio alle 00,30, mi fermo pochi minuti in un bar nei pressi dell'aula studio per bere un bicchiere di rosso con una amica.
Un bicchiere di Valpolicella (in un calice sporco) ed un succo. Dei listini (che per legge devono essere visibili!!!) nessuna traccia.
IL proprietario ci fa lo scontrino, paghiamo e colgo senza farci caso che lo scontrino lo ritrae. Io lo prendo ed esco.
Controllo quasi sopprapensiero e vedo che riportava la voce:
totale: 4,50 euro
Annull: -4,50
Importo imponibile: 0.

Capito il furbo che ha fatto? Ha annullato l'importo per non pagare il dovuto...e poi ci lamentiamo che in Italia vi sono troppe tasse...certo fino a quando le evadono tutti tranne i sfigati lavoratori che si fanno il culo e si vedono la retribuzione in busta paga...
conosco molti furbetti liberi professionisti con i loro amichetti commercialisti che di vie di fuga ne conoscono un sacco. Ma qui siamo in Italia e tutto è lecito vero?
Non per me. Sono tornato e ho chiesto al LADRO (perchè di questo si tratta) cosa significasse quello scontrino!
E' diventato rosso, non sapeva cosa dirmi, gli si è letto in faccia la colpa e l'intenzionalità. Poi balbettando ha detto platealmente: "quello scontrino sei sicuro che venga da questo bar?". Che pirla oltre che ladro...c'era il nome del bar nella parte superiore che corrispondeva, ovviamente, a quello in questione :-)
Si è arreso dicendomi che me ne avrebbe subito fatto un altro. Gli ho detto che queste cose non si fanno.

E vabbé.
I soldi, approposito, i soldi oltre ad essere spesi servono anche ad essere donati.
Ci vorrebbe proprio una bella redistribuzione. E parla uno che si fa il culo, studia, lavora in un pub il fine settimana dieci ore a sera (tranne questa settimana particolare) e durante il settimana opera come trader. Ma i soldi sono come il lavoro, alienano...

16 giugno

UN BOH.

Ciò in cui mi diletto generalmente è la prosa; romanzi lunghi più che racconti su trame articolate, ricche in dettagli, rafforzando personaggi.
Il mio sogno è poter fare lo scrittore; mi consuma spesso notti insonni. Metto via del materiale per quando sarà. Lo concilio e lo nascondo a Mr. Time, che mi soffocherebbe in cantilene ironiche, mi provocherebbe incitandomi a lasciar perdere.
A mia volta aggiro le regole imposte, mi ci diverto, vivo appeso ad un filo. Se cado non mi interessa, se ad accogliermi vi saranno diavoletti, angioletti, o nuovi mondi. Non mi interessa proprio, alle domande sconquassate in partenza, alle verità da quattro soldi rispondo con un grande Boh, innervosito forse dall'alone d'ipocrisia e di leggende che ci condiziona. Anche io ne sono condizionato, non è facile uscirne, ma ci provo.
Di poesia non ho mai scritto, ne ho mai sentito la necessità di farlo. I miei romanzi sono piuttosto criptici, so che alcuni punti e riferimenti non potranno mai essere capiti.
Che bello aver la libertà di creare nuovi mondi, nuove storie, vestire personaggi e dare un senso alle loro vite.
E' fantastico.

E' drammatico per un artista non sapere d'esserlo,
ma è proprio la consapevolezza del proprio stato che lo svuoterebbe in contenuti.
Egli non ragiona per luoghi comuni,
non si preoccupa della pazzia perché la conosce e la controlla,
non puzza di moda,
non patteggia e non scende a compromesse;
accentua emozioni, rancori, amori, sentimenti,
lo fa così semplicemente,
per convogliarli in una spirale,
non temendone il risucchio
e farli uscire rifratti, splendenti su d'un muro
un arcobaleno all'orizzonte, che cogli e non cogli,
ma privo del che banale.
Si vocifera, che l'artista non si conosca,
che arda dalla passione e desiderio,
d'un viaggio per l'ignoto,
il cui biglietto unico è l'andata.
Ma anch'egli cerca quel che cercan tutti
più o meno consapevolmente,
l'amore.

NAVIGA

Inutile dire, commentare, fingere.
Gli atteggiamenti, il far capire tacitamente, vai avanti per la tua strada, come probabilmente sempre andrai.
Lascia correre sogni, parole, concetti intrisi di verità; meglio sottostare a quel che definisci sistema,
vero, falso, giusto o sbagliato esso sia.
Lascia che sia la saggezza dell'ingenuità a prevalere,
non si tarda mai a chiamar codardo e sognatore l'immagine in cui una volta, fresca com'eri, ti riconoscevi allo specchio.
Misura l'altezza in base al PIL,
misura il peso in base alla praticità,
Si sa, si sente, l'urlo della tua verità,
così nascosta dalla durezza di cui vai orgogliosa,
così esplicita nelle sue forme rigide, che non conoscono grazia.
Allenati a sopravvivere, ti dimenticherai cosa vuol dire vivere.
Il non si può far altro è certo una scusa,
di non sradicare radici insane,
laddove ormai non giunge più acqua.
Non dirmi che non c'è una strada,
non giurarmi che mancano alternative,
se non disposta a voltarti ed osservare,
se proietti il tuo futuro nella direzione che tu sai.
Quell'unica che tu sai.
L'idrogeno muta in elio, tutto si spegne,
dai tempo al tempo.
Proietta ogni figura, qualsiasi immagine, la luce del presente,
sull'ombra dei tuoi ricordi
Divertiti ad oscurare,
non dare emozione ai comportamenti altrui,
non metterti in gioco,
giovane forse non lo sei mai stata.
Ma resta un pizzico di nostalgia,
bastava così poco a credere nei sogni,
con la caparbietà e l'impegni di chi vuol dar loro consistenza,
ma sei troppo vecchia,
riposa così,
il lavoro,
quello vero,
riposa col muso duro di chi è stato sconfitto dalla vita,
da chi ha pagato un prezzo troppo alto per resistere alla corrente,
di chi non accetta lezioni,
il lavoro, quello vero,
il sistema è una scusa,
atroce verità.
Getta all'aria queste mie parole, sentiti offesa,
dalle il senso solito, lasciale sottostare all'ottica usuale,
sei troppo vecchia,
riposa così,
il lavoro quello vero,
non sono parole.


Voglio precisare che queste righe non sono rivolte a nessuno in particolare; è un'invettiva contro un atteggiamento comune, ma non mi permetterei mai d'addossarlo a persone che conosco o che frequento.

A TE.

Così di getto, senza rileggerla, correggerla, rivederla.
Basta sia sincera.


A volte è controproducente,
non è detto che lo sia, ma potrebbe.
Non è una storia,
non è amicizia,
non è un legame.
Sulla carta non si trova l'indice, presentazione, epilogo.
Un tomo vuoto, pagine bianche, immacolate.
Eppure c'è gioia e sofferenza,
un susseguirsi d'intenti ed emozioni,
un niente che se violato ferisce
un'idea astratta, un pensiero, due parole.
Non è una storia,
non è amicizia,
non è un legame.
Un ritmo in levare,
scivola via in quell'unica direzione
non conosce l'alba
non sbiadisce in un tramonto.
Brilla sempre, unica, in quell'imperfezione
di stella che ancor non è.
Non è una storia,
non è amicizia,
non è un legame.
Troppo presto definire,
troppo facile ridurre,
impossibile rapportare.
Spero che quella magia là nel cielo
sia ancora visibile,
spero che le coordinate siano corrette,
per non averla persa,
per non averla consumata,
non era mia intenzione addormentarmi e smarrirti.
Non è una storia,
né amicizia,
né è un legame.
Ma è cosa autentica,
unica,
splendente.