venerdì 25 aprile 2008

MANI

C'è un'idea di fondo, un insconscio che governa il flusso dei nostri pensieri e delle nostre opinioni?

E' un tranquillo 25 Aprile. Giù in strada, nessun motore azzarda ad una accelerazione rampante. E' quell'ora in cui il sole non imprime più la propria forza. Solo ombre statiche tutt'attorno a segnare una pace tipica di quei luoghi da esodo fuori stagione, quando il mare ancora non è mare e sabbia calda. Sulla tastiera si muovono leste due mani di chi non lavora il puzzo di catena di montaggio o di chi non è segnato da eventi traumatici. Due mani che non conoscono la vita dura, quella dei minatori, di coloro che non hanno un luogo dove poter stare o che sono costretti a spendere il Natale laddove il Natale non ha orami più senso.
Eppure queste mani conoscono e tessono movimenti ritmici, prendono tempo in cerca d'un collegamento logico con il pensiero e sanno soffrire. Le vedo un pò invecchiate, in continua ricerca, talora sofferenti ed irritate, altre entusiaste di rincorrere una sagoma che spesso si dilegua nel buio e rievoca il senso amaro d'una semplic ee modestia illusione.
Sono due mani che rincorrono il mondo reale a loro modo, e si sforzano d'incidere la propria presenza nelle consuete otto ore dei comuni mortali.

Sono due mani che hanno usato penne capaci di dare soddisfazioni a parenti e genitori; sono mani che talora hanno dato una speranza, talora hanno cercato d'imprimere il calore d'un cuore solo, sono mani che hanno cercato un'emozione, dita che hanno sfiorato lineamenti adorati, palmi che hanno accarezzato, polpastrelli che stretti attorno ad un plettro hanno creato note dolci su scale minori che sono state colonne sonore di emozioni forti ed intrise di malinconie, laddove il presente è già passato.
Mani che per qualcuno sono state importanti, imprimendo nelle loro cadenze la personalità d'un anima che così poco sa capire gli altri, ma che vorrebbe dare loro tutto quel che un essere umano sa dare.

Sono mani anonime che ne hanno strette molte altre, sancendo accordi o cercando in un gesto ,consenso o una formale amicizia, forse più imposta che cercata.
Dita sottili, che non sono avvolte da alcun anello e che non hanno identità.
Sono mani che hanno radici visibili, del luogo in cui si vive, ma che rifiutano una restrizione dell'essere su scala geografica, consenzienti dell'origine ignota e di antenati che sono quelli lontani milioni di anni, unici per tanti individui così differenti.

Un abbaino filtra la luce sbiadita proveniente dall'esterno: un angolatura particolare quanto precisa permette a qualche raggio di trovare un modo originale di presentarsi attraverso improbabili rifrazioni. La musica scorre dolce e l'aria immobile è un'amica sempre presente, anche quando la si dimentica e la si ignora.

Un altro giorno scorre tra queste righe.

Agli albori della vita queste mani cercavano di presentarsi al mondo. Sono passati 28 anni e stanno ancora cercando il modo di farlo.

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