lunedì 5 novembre 2007

Il titolo sta nel contenuto

Talvolta un pensiero mi annebbia l'Io: sono pazzi gli altri, o sono pazzo io?

Si è un aforisma di Einstein. La grandezza sta tanto nel suo essere scienziato, quanto nella sua inquietudine. L'uno senza l'altro l'avrebbe portato ad essere come tutti gli altri.
Lui si sentiva diverso. Lui lo era.
C'è chi si sforza d'essere diverso, pettinandosi, fingendosi intellettuale ed intelligente, o che si riscopre indossando un maglione di valore.
C'è chi si comporta con naturalezza e lo è. Senza sforza, senza finzioni, senza copertura alcuna.

Il senso comune arriva sino al primo passaggio, quella dell'immediatezza.
Appena si va altro, si esce dalla media. Si arriva a conclusioni che tergiversano dalla realtà percepita nel quotidiano.

Mi riconduco per concludere il ragionamento, chiamiamolo così, ad un altro aforisma del scienziato pazzo.

La prima necessità dell'uomo è il superfluo.

aggiungo. da che mondo e mondo, l'uomo per tamponare le proprie incertezza ha sempre trovato rifugio nella religione (sarà questa la prima necessità? questo il superfluo?). Bella ipocrisia. Bella presunzione quella di certe persone che si dicono religiose, sentenziare verità senza le prove.
Le prove, dicono d'avere le prove. Ah ah.

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